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UNA PRODUZIONE MANIACI D'AMORE / Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse di Genova / Nidodiragno - Coop CMC

In collaborazione con Teatro di Messina

 

Drammaturgia Francesco d’Amore e Luciana Maniaci

con Francesco d’Amore e Luciana Maniaci

regia  Andrea Tomaselli

luci Daniel Coffaro

costumi Pasquale Pellegrini

si ringrazia Francesco Sframeli

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TRA I TEATRI CHE CI HANNO OSPITATO

 

 

Teatro Stabile di Torino (2016)

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Teatro della Tosse di Genova (2016)

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Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari (2017)

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Teatro di Bellinzona (2018)

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LA CREPANZA

ovvero Come ballare sotto il diluvio

MENZIONE SPECIALE PREMIO DANTE CAPPELLETTI TUTTOTEATRO.COM 2015


 

Il Burning Man è una lungo rave scatenato che si tiene nel deserto del Nevada. Quest'anno il tema è la fine del mondo. 
L'evento dura notti intere e chi ci partecipa è pronto a vivere qualsiasi esperienza. 
Qualsiasi ma non questa.
D'improvviso, un bagliore accecante, e la folla danzante sparisce. Amara e Mio, si ritrovano totalmente soli nel nulla. 
Lei è convinta che sono entrambi morti e che quello in cui si trovano è un crudele aldilà.
Lui è certo che si tratti di una prova e che l'importante sia credere di poterne uscire, avere fede. Anche quando si tratta di aver fede in un'aragosta di plastica, l'unico oggetto rimasto in quel vuoto. 
Amara e Mio sono diversi, insofferenti l'uno all'altra ma gli unici esseri umani rimasti sulla faccia della terra. 
Il rave dello sballo si trasforma così in un sorprendente eremitaggio di coppia nel deserto. 
Ha senso portare avanti la specie o la facciamo finita così?


La Crepanza è un'opera pop, leggera ed anarchica, che si pone domande importanti sulla fede, la capacità di stare con gli altri, le difficoltà di crescere. Uno spettacolo spiazzante e irriverente su come il senso della vita sia capace di nascondersi nei luoghi più improbabili e pericolosi. Come il deserto del Nevada o il teatro.

 

 

 

 

 

 

Una verve surreale personalissima, impostata sui paradossi di ambientazione e dialogo tra figure che esplorano con ferocia e ironia le dinamiche esplose delle relazioni umane del nostro tempo. (...) Uno spettacolo divertente e acuto, che sceglie di sgretolare nel nonsense tematiche importanti come il ruolo della fede in un mondo secolarizzato e la necessità di sentirsi amati, per darci poi modo di ricomporle grazie a dei guizzi nella scrittura, in virtù dei quali i personaggi – così adimensionali nel loro essere vettori di idiozia – assumono spessore e profondità nel momento in cui rivelano le loro umanissime fragilità.

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           Graziano Graziani, Minima&Moralia

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La malinconia dei contenuti e l’ironia dei dialoghi fanno dello spettacolo una “commedia al rovescio” estremamente forte e coinvolgente. L’utilizzo di toni grotteschi e tragicomici, che rendono lo spettacolo leggero e godibile nonostante l’importanza dell’argomento trattato, rimanda all’universo dei racconti di Saunders, dove lo scrittore descrive un futuro prossimo distrutto e desolato, in cui soltanto piccoli gesti di umanità e gentilezza sono capaci di far rinascere la speranza.

 

          Jolanda di Virgilio, Persinsala

 

 

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"La crepanza" diverte amaro, anzi anche dolce: nonostante il contesto disastroso, fa molto ridere. (...) Le sensazioni trasmesse alla platea sono liquide, per nulla spiacevoli. Con La Crepanza i Maniaci d’Amore scolpiscono la loro peculiarità. Sono una compagnia a due, compatta e necessaria ad esprimere proprio quella comicità che dall’efferatezza passa al riso, e amareggia e stordisce, e rianima e ricarica. Le loro storie, che poi sono molto vicine, hanno bisogno di quel linguaggio e di quell’intesa. Dopo, il diluvio. 

 

          Maura Sesia, Sistema Teatro Torino

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I Maniaci sembrano ironizzare sul legame di coppia (...) ma più alto è il vero tema: ragionano sulla propensione che ognuno di noi ha nel dare un senso alla propria vita cercandolo fuori da sé. (...) Lo fanno con una drammaturgia che funziona, basata su nonsense, alternanza pop d'alto e basso contenutistico, e affiatamento attoriale, (...) confermando la progressiva crescita del duo.

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          Alessandro Toppi, Hystrio

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Tra danze frenetiche e ragionamenti da Piccolo Principe (...) lo spettacolo assume connotati da opera pop (...) tingendosi di aure beckettiane e di riflessioni dostoevskiane riguardanti i grandi temi che affliggono l'uomo, come la solitudine, la fede, la morte, chiedendosi(ci) se l'amore sarà in grado di salvare l'umanità intera. 

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            Gigi Giacobbe, Sipario

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Una tragicomica e paradossale vicenda che ha nella colta profondità del testo la sua qualità migliore. Una distopica profondità e una divertita, feroce leggerezza, una profondità apocalittica, senza smaccate citazioni, eppure densa di cultura teatrale, spettacolare, televisiva, letteraria... Un’incredula eppur necessaria energia che colpisce ed insieme diverte e coinvolge il pubblico.

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           Paolo Randazzo, RumorScena

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